La carne ed il pesce costituiscono un’importante fonte proteica nella dieta dei piccoli animali domestici, ma la loro digeribilità non è sempre conosciuta in modo esaustivo. Questo studio ha valutato la digeribilità proteica e la biodisponibilità degli aminoacidi (AA) di diverse fonti proteiche animali mettendo a confronto 3 diverse metodiche in vitro e in vivo.
Negli ultimi anni stiamo assistendo ad un crescente interesse da parte dei proprietari di animali alla qualità del cibo ad essi destinato; il processo di umanizzazione degli animali e il maggior interesse per la loro salute, hanno contribuito a spostare la richiesta sempre di più verso prodotti di buona qualità e di cui possano facilmente cogliere l’origine.
In letteratura, sono stati pubblicati alcuni lavori relativi alla composizione delle differenti fonti proteiche di origine animale, mentre scarseggiano le pubblicazioni relative alla digeribilità delle stesse: in particolare al momento in cui è stato condotto lo studio in oggetto, non erano presenti studi comparativi sulla digeribilità di fonti proteiche animali di origine mammifera, avicola ed ittica.
In questo studio sono state prese in esame le differenze di composizione e di digeribilità proteica di tre fonti di carne (lombata di manzo, lonza di suino, petto di pollo) e due fonti di pesce (filetto di merluzzo e filetto di salmone). Si è scelto di analizzare dettagliatamente la composizione nutrizionale e la digeribilità delle matrici proteiche attraverso l’uso di tre metodiche:
- kit IDEA (kit enzimatico)
- utilizzo di galli tiflectomizzati
- utilizzo di cani incannulati a livello ileale.
Sono stati scelti tagli di carne di buona qualità e con un contenuto di grassi relativamente basso, e filetti di merluzzo e filetti di salmone rosa privati della pelle. Tutti i substrati una volta ottenuti sono stati congelati, senza l’uso di conservanti, e successivamente sono stati essiccati mediante un essiccatore a basse temperature (6 ore a 71 °C) , poi sono stati refrigerati e inviati all’Università dell’Illinois (Urbana), dove hanno subito una macinazione fino ad ottenere particelle di 2 mm.
Tutti i substrati sono stati analizzati per ottenere il loro valore in sostanza secca, sostanza organica e ceneri, mediante metodiche approvate AOAC (2006). Sono stati rilevati per ciascuno di essi: proteine grezze, grassi grezzi, fibra totale, energia lorda, le concentrazioni di amine biogene, acidi grassi a catena lunga, aminoacidi e collagene.
Sistema IDEA: ogni substrato è stato idrolizzato da una miscela di enzimi presenti nel kit enzimatico commerciale IDEA. Il contenuto proteico idrolizzato ha liberato gli alfa- AA, che a loro volta sono stati miscelati e legati a un marker (ortoftaldeialdeide – OPA). Attraverso l’uso di uno spettrofotometro è stata valutata l’assorbanza di OPA, ed in questo modo indirettamente si è ottenuta la quantità di AA liberati dall’idrolisi enzimatica.
Sistema del saggio da galli tiflectomizzati: seguendo la metodica descritta da Sibbald (1979) 20 galli sono stati sottoposti a tiflectomia all’età di 25 settimane, dopo alcune settimane di guarigione i galli sono stati sottoposti a 24 ore di digiuno e poi ad intubazione del gozzo, e ognuno ha ricevuto 30 g di ciascuno dei substrati proteici (sono stati usati 4 galli per ognuno dei 5 substrati in studio). I galli successivamente sono stati sottoposti a digiuno per 48 ore, e in questo lasso di tempo le deiezioni da essi prodotte sono state raccolte su un vassoio di plastica posto sotto ciascuna gabbia. I campioni così ottenuti sono stati liofilizzati, pesati, macinati a 0,25 mm e per ognuno di essi si è quantificato il contenuto in AA.
Sistema con cani incannulati a livello ileale: sono stati utilizzate 5 cagne da caccia, incannulate a livello ileale secondo la procedura di Walker et al. (1994), ognuna aveva un box individuale con condizioni ambientali controllate ed uguali per tutte.
Sono state formulate 5 diete estruse con una formulazione tipica di un mangime di buona qualità (30% proteine, 20% grassi, integrazioni di minerali e vitamine), ognuna contenente come fonte proteica primaria una sola delle 5 fonti in studio. La dieta è stata somministrata ad ogni cane nel seguente modo: acqua a volontà e due volte al giorno 150 gr di mangime, a cui è stato aggiunto l’ossido cromico (0,2 %) come marcatore di digeribilità.
Seguendo uno schema regolare di raccolta per ogni cane sono stati presi campioni di contenuto ileale e campioni fecali 3 volte al giorno per 4 giorni. Questi campioni sono poi stati conservati e processati per poter ottenere informazioni sulla digeribilità del contenuto proteico, sulla presenza di amine biogene, e altre caratteristiche rilevate anche con le metodiche precedenti.
I risultati delle analisi di questo lavoro indicano che:
- le concentrazioni dei singoli AA erano simili in tutti i substrati proteici, tuttavia la lisina era superiore del 26% nel filetto di merluzzo rispetto alla lonza di maiale e alla lombata di manzo;
- le concentrazioni di AA essenziali e AA non essenziali nel filetto di merluzzo erano superiori rispettivamente del 15% e 22% rispetto a quelle della lonza di maiale;
- la concentrazione di grasso idrolizzato era maggiore nella lombata di manzo e in quella di maiale;
- le concentrazioni di acidi grassi polinsaturi e acidi grassi-3 erano maggiori nei filetti di merluzzo e salmone;
- la fibra alimentare totale, una misura della concentrazione di tessuto connettivo, era bassa per tutti i substrati, indicando la buona qualità dei tagli di carne e pesce utilizzati;
- i valori di digeribilità degli AA dei substrati col kit IDEA e quelli ottenuti con la digestione in galli tiflectomizzati erano coerenti tra loro, in generale la digeribilità era simile tra tutti i substrati, ma il filetto di merluzzo mostrava la maggiore digeribilità (71%).
- nel saggio sui cani incannulati a livello ileale, la digeribilità della proteina grezza ha ottenuto valori elevati per tutti i substrati, probabilmente perché i tagli di carni e pesce erano tutti di buona qualità, e questo ha minimizzato l’effetto della differenza in contenuto di tessuto connettivo tra i substrati (fattore che normalmente influenza negativamente la digeribilità).
In conclusione, i risultati di questo lavoro dimostrano che i substrati in analisi erano differenti tra loro per composizione, ma la digeribilità invece era simile per tutte le fonti proteiche utilizzate. In particolare, nelle prove sui cani, i valori di digeribilità ileale non hanno riportato differenze significative tra le varie fonti proteiche con valori compresi tra 88,9% del petto di pollo al 90,5% del filetto di merluzzo e lonza di maiale. Anche i valori di digeribilità totale nel cane non hanno dimostrato differenze tra le diverse fonti proteiche, con valori compresi tra 94,4% e 94,8%.