Le vaccinazioni del gatto hanno l’obiettivo di stimolare le difese immunitarie nei riguardi delle malattie infettive. Grazie alle campagne di vaccinazione che sono state fatte nel corso degli anni, si è riusciti a tenere sotto controllo alcune malattie infettive pericolose, proteggendo anche i soggetti non vaccinati e contenendo le epidemie.
In Italia sono disponibili vaccini per il gatto e la decisione di vaccinare deve essere sempre presa dal Medico Veterinario in base alle reali necessità del paziente. Non necessariamente, infatti, tutti gli animali hanno bisogno di tutti i vaccini, tenendo anche presente che la vaccinazione è importante per la sua salute, ma non sempre priva di effetti collaterali.
Che cosa è la vaccinazione?
La vaccinazione è per definizione l’immunizzazione attiva di un soggetto sano ottenuta mediante somministrazione, per via parenterale, orale o mucosale, di una preparazione antigenica, costituita da microrganismi interi, frazioni di questi o loro prodotti, nel tentativo di indurre protezione nei confronti di una determinata malattia infettiva.
Il prodotto somministrato, denominato vaccino, stimola nell’ospite una reazione immunitaria specifica che lo aiuterà, in futuro, nella protezione dell’aggressione dello stesso patogeno verso cui è stato vaccinato.
È bene tener presente però che nessun vaccino è in grado di stimolare un’immunità protettiva al 100%. A seconda della malattia, l’efficacia protettiva fornita dalla maggior parte dei vaccini varia dal 65% al 95%.
Quando vaccinare?
I gattini che nei primi giorni della loro esistenza hanno assunto dalla propria madre il colostro (il cosiddetto primo latte) ricevono un’immunità anticorpale passiva la cui durata è di alcune settimane. In linea generale, la protezione fornita dagli anticorpi materni ha una durata di circa 8-9 settimane; trascorso questo periodo è opportuno procedere con la vaccinazione.
I diversi tipi di vaccini
I vaccini del gatto si possono classificare in modi diversi, ma la classificazione oggi più seguita a livello mondiale è quella che li suddivide in due grandi categorie: vaccini infettivi e vaccini non infettivi.
I vaccini infettivi contengono microrganismi che sono stati attenuati per ridurne la virulenza. Tali tipi di vaccini inducono una robusta immunità sia cellulo-mediata sia umorale.
I vaccini non infettivi, noti anche come inattivati o spenti, sono stati trattati in modo tale che l’agente infettante non è più in grado di replicarsi e di infettare, né tanto meno di causare danni o segni clinici nell’ospite. Questi vaccini stimolano soprattutto una risposta umorale e sono in genere meno efficaci dei precedenti e hanno una durata dell’immunità più breve.
Quali vaccinazioni?
Il gruppo di studio per le linee guida vaccinali (Vaccination Guidelines Group, VGG) della WSAVA (World Small Animal Veterinary Association) si riunisce periodicamente con lo scopo di stilare ed aggiornare delle linee guida mondiali per le vaccinazioni del gatto. In tutte le linee guida i vaccini vengono suddivisi in due grandi categorie: vaccini core (raccomandati) e vaccini non-core (opzionali).
La vaccinazione contro il virus della leucemia felina (FeLV) è considerato come un vaccino non-core, difatti la sua necessità è determinata dallo stile di vita dell’animale.
I vaccini core per il gatto sono quelli che proteggono contro le infezioni da virus della panleucopenia felina, herpesvirus felino tipo 1 e calicivirus.
Le raccomandazioni per le vaccinazioni core dei gattini sono quindi le seguenti: iniziare a 6-8 settimane di età e quindi ripetere le vaccinazioni ogni 2-4 settimane fino a 16 settimane di età o più.
Una parte integrante delle vaccinazioni core dei gattini è il richiamo che tradizionalmente viene eseguito o a 12 mesi di età o 12 mesi dopo l’ultima vaccinazione della prima serie vaccinale. Lo scopo di questo vaccino è assicurare che si sviluppi una risposta immunitaria protettiva in qualsiasi gatto che può non essere riuscito a rispondere a una qualsiasi delle 3 vaccinazioni della prima serie vaccinale.
Le successive vaccinazioni saranno decise dal proprio Medico Veterinario a seconda delle necessità individuali.
Un breve cenno va al vaccino antirabbico. La rabbia è una zoonosi che può essere trasmessa attraverso il morso o il contatto di una ferita con la saliva o l’urina di animali infetti. L’obbligatorietà della vaccinazione contro la rabbia viene di volta in volta fissata dall’ASL in base alla diffusione regionale della malattia (attualmente, in Italia, è obbligatoria soltanto in Sardegna). Rimane comunque obbligatoria per gli spostamenti al di fuori dell’Italia e la somministrazione del vaccino deve avvenire almeno 20 giorni prima della partenza.