L’utilizzo di Glucosamina e Condroitina nei cani con osteoartrite

Bhathal A. et al. 2017

L’osteoartrite è una malattia lenta e debilitante che colpisce il 20% dei cani di tutte le razze superiori all’anno di età. Il dolore e la ridotta mobilità derivanti hanno spesso un impatto negativo sulla qualità della vita del cane e sulla gestione cane-proprietario. I cani di grossa taglia possono sviluppare segni clinici più gravi.
L’eziologia della malattia può derivare da una struttura cartilaginea difettosa, una biosintesi della cartilagine inadeguata, un trauma articolare e meccanismi infiammatori. La malattia presenta sintomi come dolore, rigidità, zoppia e disabilità. Le opzioni di trattamento non farmaceutico possono includere la chirurgia, la perdita di peso e la fisioterapia. La terapia standard riguarda l’uso degli antinfiammatori non steroidei (FANS). Altre opzioni terapeutiche possono includere diacereina, corticosteroidi e acido ialuronico o altri ingredienti come la glucosamina e condroitina solfato.
La glucosamina regola la sintesi di collagene ed è un blando antinfiammatorio mentre la condroitina inibisce gli enzimi distruttivi nel liquido articolare e nella cartilagine, entrambi contribuiscono anche alla sintesi di glicosaminoglicani e proteoglicani.
Al momento mancano studi comprovati che possano confermare livello di inclusione a scopo terapeutica di glucosamina (nota per avere scarsa biodisponibilità) nei cani, mentre è stata suggerita una dose di condroitina 15-30 mg/kg peso corporeo. Uno studio dimostra che servano da 10 a 20 volte la quantità di glucosamina e condroitina in vivo rispetto agli studi in vitro tale da essere biologicamente disponibile. Inoltre, sembrano essere necessarie dalle 2 alle 6 settimane di somministrazione per valutarne gli effetti, anche se mancano prove cliniche di supporto.

Moreau et al. (2003) hanno condotto uno studio prospettico, randomizzato e double-blinded (ad alcune persone coinvolte nello studio veniva impedito di conoscere informazioni che avrebbero potuto influenzare il risultato finale) su 71 cani di proprietà >12 mesi e >20 kg con zoppia e segni radiografici di osteoartrite, divisi ulteriormente in 4 gruppi.
Al 1) gruppo è stato data glucosamina HCl, condroitina e magnesio ascorbato GCSM; al gruppo 2) carprofene; al 3) meloxicam e al 4) placebo. I risultati primari includevano l’efficacia del trattamento, tollerabilità e facilità di somministrazione. L’efficacia è stata dimostrata oggettivamente attraverso delle prove di forza di reazione al suolo (GFR) e soggettivamente dal proprietario e dall’ortopedico al giorno 0, 30 e 60. I gruppi di controllo GCSM e placebo non hanno mostrato miglioramenti significativi. Al contrario entrambi i gruppi che assumevano FANS hanno registrato significativi miglioramenti. Otto dei 71 soggetti sono stati persi al follow-up. Non sono stati forniti i confronti statistici e le classifiche del trattamento.
McCarty et al. (2007) hanno condotto uno studio prospettico, randomizzato, double-blinded ,che ha incluso 42 cani di proprietà (35 hanno completato lo studio) che presentavano zoppia cronica e rigidità dolore. Sono stati divisi in 2 gruppi che ricevevano: 1) glucosamina HCl, condroitin solfato, N-acetil_D-glucosamina, acido ascorbico e solfato di zinco 2) carprofene. Sono stati valutati mediante una valutazione soggettiva veterinaria al giorno 0, 14, 42, 70 e 98. I parametri clinici includevano punteggi per la mobilità articolare, zoppia, dolore alla palpazione e punteggi delle condizioni cliniche. Il gruppo al quale era stato somministrato il carprofene aveva mostrato miglioramenti statisticamente significativi intorno al 70 giorno. L’altro gruppo ha mostrato miglioramenti nel dolore al 70 giorno ma la zoppia e la mobilità articolare non hanno avuto nessun miglioramento. Gli autori hanno concluso che le terapie potevano essere paragonabili al 70 giorno. Il punto critico di questo studio è che il metodo di randomizzazione è stato determinato in base all’ordine di presentazione (alternato), in più i punteggi di efficacia terapeutica erano basati su valutazioni soggettive dei veterinari. La perdita del follow-up del 16,7 % è da ritenersi elevata. Inoltre, mancava il gruppo placebo.

Gupta et al. (2012) hanno condotto uno studio prospettico, randomizzato in double-blinded, con circa 31-37 cani di proprietà con peso >20kg con osteoartrite moderata. Lo studio si divideva in quattro gruppi 1) glucosamina HCl e condrotin solfato e collagene di tipo II (UCII) non denaturato 2) glucosamina HCL e condrotin solfato 3) UCII 4) placebo. I risultati includevano efficacia terapeutica, tollerabilità e sicurezza. L’efficacia è stata valutata oggettivamente attraverso prove di forza e impulsi di corrente con una pinza per valutare il dolore; soggettivamente attraverso valutazioni del dolore su base mensile per 150 giorni. Sono state inoltre valutate funzioni epatiche, renali, peso, temperatura e funzionalità cardiaca. Il gruppo placebo non ha mostrato nessuna variazione. Il gruppo 2 ha dimostrato una diminuzione del dolore al 90 giorno con un picco la 150. L’aggiunta di UCII rispetto al secondo non ha fornito nessun valore aggiunto. Il punto debole dello studio è stato la mancanza di un’anamnesi dettagliata.
D’ Atlio et al. (2007) ha condotto uno studio su 20 cani di proprietà con rigidità articolare, zoppia, dolore moderato, difficoltà di movimento. I gruppi erano uguali a quelli dello studio di Gupta et al. (2012). Lo studio è durato 120 giorni con un periodo di interruzione di 30 giorni. I risultati di D’atilio et al. (2007) differivano da quelli di Gupta et al. (2012) ovvero che l’integrazione di UCII ha apportato benefici come la riduzione del dolore anche se questo beneficio è stato perso durante l’interruzione dei 30 giorni. Anamnesi e follow-up erano carenti.

Studi in vitro suggeriscono che l’uso di glucosamina e condroitina hanno effetti condroprotettivi, ma non sono stati dimostrati miglioramenti effettivamente significativi nella clinica.

Pascoe (2002) osserva che nonostante la mancanza di prove cliniche il 62% dei veterinari intervistati ritenevano di notare miglioramenti con l’uso di prodotti contenenti glucosamina e condroitina. Henrotin et al. (2005) affermano che l’uso di glucosamina e condroitina hanno dimostrato un’azione sintomatica. Neil et al. Affermano che in benefici richiedono ulteriori approfondimenti. Johnston et al. (2008) afferma che confrontando gli studi di Arogon et al. (2007), Moreau et al. (2003) e McCarthy et al. (2007) nonostante abbiano risultati contrastanti hanno anche dei punti forza che possono essere presi in considerazione. Addleman (2010) identifica la mancanza di studi clinici di alta qualità tale che si possa affermare l’efficacia di questi nutriaceutici. McKenzie (2010) afferma che l’evidenza della sperimentazione clinica è fortemente limitata e che manca letteratura relativa all’uso dei nutriaceutici in aggiunta ai FANS. KuKanich (2013) conclude che la letteratura attuale non supporta l’uso di glucosamina e condroitina sebbene questa conclusione si basi solo su Moreau et al.(2003). Coblain et al. (2016) parla dei risultati negativi degli studi effettuati in contrasto con quelli positivi senza pero offrire conclusioni o raccomandazioni sull’uso di questi nutrienti

I potenziali benefici ad oggi non possono essere né confermati né negati visto che ci sono studi contrastanti. I limiti degli studi sono la mancanza di: standardizzazione terapeutica, fonte degli ingredienti, produttori, formulazioni, dosi di trattamento, regimi e durata, follow-up standardizzati, soggettività e omogeneità dei risultati. Il LOAD (Liverpool Osteoarthritis in Dogs’s Clinical Metrology Instrument) potrebbe essere un ottimo parametro da usare poiché considera l’anamnesi, lo stile di vita e la mobilità articolare.
Nonostante il beneficio clinico rimane discutibile, l’uso della glucosamina cloridato (HCl) e condrotin solfato sono comunemente usati e raccomandati dai veterinari per l’osteoartrite canina in alternativa ai FANS, quando possibile, per evitare effetti avversi. Sono necessari ulteriori studi per quantificare qualsiasi effetto terapeutico esistente.

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