L’AAFP, American Association of Feline Practitioners, ha pubblicato le linee guida per aiutare il veterinario nella gestione della visita del paziente anziano, al fine di offrire cure di qualità e aumentando l’aspettativa di vita. I controlli consigliati sono stati incentrati sui fattori di rischio sanitario, identificando le malattie durante la fase pre-clinica, correggendo o ritardando la progressione dei disordini già in atto e migliorando o mantenendo le restanti funzioni.
Inevitabilmente con l’avanzare dell’età la capacità di far fronte a stress fisiologici, immunologici e ambientali si riduce e con l’incedere dei processi di invecchiamento l’incidenza di alcune patologie aumenta.
Uno degli ostacoli per la compliance dei proprietari è la poca chiarezza nelle raccomandazioni e nella pianificazione della gestione del paziente anziano da parte del veterinario.
Le linee guida possono aiutare il veterinario a superare questi ostacoli rafforzando il rapporto proprietario-animale-veterinario e di conseguenza la qualità di vita dei gatti.
Nel caso dei gatti possiamo identificare tre categorie:
- Mezza età : 7-10 anni
- Anziano / Senior : 11-14 anni
- Geriatrico >15 anni
Consigli generali
In occasione di ogni visita clinica si raccomanda una raccolta anamnestica dettagliata, con particolare attenzione allo stato vaccinale, al controllo del peso, valutando il punteggio di condizione corporea (BCS) e un’indagine approfondita sulle varie alterazioni comportamentali e dello stile di vita del paziente.
Almeno una volta l’anno è consigliabile effettuare test diagnostici che dovranno comprendere: emocromo completo, creatinina sierica, potassio sierico, alanina-aminotransferasi sierica (ALT) e fosfatasi alcalina sierica (AP), T4 totale, esame completo delle urine, misurazione della pressione sanguigna, test per la ricerca degli antigeni del virus della leucemia felina (FeLV) e degli anticorpi per quello dell’immunodeficienza felina (FIV).
Nutrizione e gestione del peso
Le raccomandazioni dietetiche dovranno essere personalizzate e varieranno a seconda del BCS e di eventuali malattie concomitanti. Il fornire piccoli pasti durante al giorno può aumentare la digeribilità dell’alimento. Altrettanto importante è un aumento dell’assunzione di acqua, perché i gatti anziani sono facilmente predisposti alla disidratazione. I cambiamenti nella dieta possono alterare la flora intestinali portando diarrea vomito o disoressia.
La ciproeptadina e la mirtazapina stimolano l’appetito e riducono la nausea. Le vitamine B non essendo immagazzinabili, attraverso l’appetito ridotto o a malassorbimento possono essere carenti e l’integrazione dovrebbe essere sempre effettuata.
Cure odontoiatriche
La malattia della cavità orale è una causa spesso trascurata di morbilità nell’anziano, portando progressivamente a decadimento delle condizioni generali. I gatti con stomatite possono essere magri, avere problemi alla masticazione dell’ alimento e presentare scialorrea. È sempre consigliabile intervenire su lesioni da riassorbimento odontoclastico, malattia parodontale e fratture di denti per migliorare al più presto la loro qualità di vita.
Ipertensione
Nei gatti anziani, l’ipertensione è una condizione piuttosto frequente e pericolosa, mettendo a rischio occhi, cervello, reni, sistema nervoso centrale e cuore. L’ipertensione può essere idiopatica o secondaria (nefropatie, ipertiroidismo, iperaldosteroidismo, farmaci, etc.) e andrebbe sempre trattata quando raggiunge valori di 180/120 mmHg (160/100 in corso di nefropatia). L’ obiettivo è quello di raggiungere valori di 150/95 mmHg.
Malattia renale cronica
Spesso la malattia renale viene diagnosticata tardivamente, anche se già presente da tempo in forma sub-clinica. Lo screening di routine puoi rilevare segni di malattia precoce prima dei sintomi rilevati dai proprietari (poliuria/polidipsia) tipici di CKD. I segni clinici indiretti e precoci sono spesso ignorati (costipazione, inappetenza, nausea e perdita di peso / massa muscolare). È importante valutare la capacità di concentrare le urine, anche in assenza di valori di creatinina elevati, valutando sempre il rapporto poliuria/creatinina urinaria. Inoltre, è consigliato indagare e trattare disordini elettrolitici come: ipopotassiemia, iperfosfatemia e acidosi e monitorare, nel paziente nefropatico la pressione arteriosa ed eventuali infezioni urinarie attraverso urinocoltura. È dimostrato che l’alimentazione dedicata con prodotti specifici riduce gli episodi uremici, la ritenzione di fosforo, previene il deperimento muscolare e allunga i tempi di sopravvivenza.
Ipertiroidismo
Circa il 40% dei gatti con ipertiroidismo presentano segni lievi, mentre la malattia può essere diagnosticata fino a 2 anni prima dell’evidenza clinica. I noduli tiroidei non sono sempre patognomonici (noduli non funzionali), mentre il test elettivo nel gatto è il dosaggio del T4 totale. I gatti geriatrici e soprattutto quelli con segni di malattia renale e ipertesi vanno sempre monitorati attraverso dosaggio della creatinina e misurazioni della p.a. seriali. Il metimazolo trasdermico può essere una valida alternativa nei pazienti che manifestano nausea o inappetenza.
Diabete mellito
Il diabete è una malattia con un’incidenza significativa nel paziente anziano (meta dei pazienti tra 10-15 anni). Il monitoraggio delle curve glicemiche da parte del proprietario può risultare fondamentale per evitare le alterazioni da stress durante le misurazioni in strutture veterinarie. Sebbene la maggior parte dei gatti sia insulino-dipendente al momento della diagnosi, il controllo glicemico precoce può portare alla remissione clinica. I recenti progressi nel trattamento che possono facilitare un controllo glicemico includono: la dieta industriale a basso contenuto di carboidrati, la disponibilità di nuove formulazioni di insulina e apparecchi per la misurazione portatili e sempre più affidabili.
Malattia infiammatoria intestinale
La malattia infiammatoria intestinale (IBD) inizia nel gatto adulto e può richiedere un trattamento permanente. I segni clinici di IBD non sono specifici e possono essere confusi con altre patologie del gatto anziano, influenzando inoltre l’approccio diagnostico/terapeutico di patologie concomitanti. La valutazione iniziale dovrebbe includere oltre agli esami di routine, la misurazione dell’immunoreattività della lipasi pancreatica felina (fPLI), l’immunoreattività della tripsina (fTLI), la vitamina B12 e i folati. A causa della stretta relazione anatomica tra dotti pancreatici e biliari, IBD, pancreatite e colangioepatite possono verificarsi separatamente o insieme.
Osteoartrite
L’artrosi (OA) è una patologia frequente, ma poco diagnosticata nel gatto anziano. L’ evidenza radiografica non è sempre in linea con i segni clinici e i sintomi spesso sono scambiati dal proprietario per comportamenti relativi alla “vecchiaia”. La palpazione delle articolazioni, la percezione di scricchiolii, la limitazione dei movimenti e il dolore articolare, sono segni di malattia conclamata. Le decisioni terapeutiche dipendono dal grado di OA e dalle malattie concomitanti. La dieta dedicata può migliorare la mobilita e il comfort articolare. Gli agenti condroprotettivi sono utili nei pazienti con OA moderata, ma la terapia con analgesici (FANS e oppioidi) diventa fondamentale nel gatto con segni gravi e con dolore importante. L’uso continuativo di meloxicam a basse dosi si è dimostrato sicuro ed efficace anche nel gatto anziano.
Disturbi cognitivi
Secondo recenti studi all’età di 15 anni il 50% dei gatti ha segni di disfunzione cognitiva. I segni di tale condizione comprendono alterazioni comportamentali, disorientamento, alterazione dell’interazione con la famiglia e cambiamento nel ciclo sonno/veglia. Vanno sempre escluse altre patologie prima di diagnosticare un disturbo cognitivo primario. Si ritiene che le diete arricchite con antiossidanti e altri composti di supporto riducano il danno ossidativo e la produzione di sostanza amiloide, migliorando la funzione cognitiva. La selegilina, la propentofillina e la nicergolina sono state utilizzate con vari gradi di successo nella gestione di questa patologia.
Qualità della vita
Insieme alla gestione della malattia cronica nei pazienti geriatrici è responsabile curare il dolore e l’angoscia e valutare la qualità della vita, fornendo al proprietario assistenza nelle decisioni di fine vita. I veterinari possono assistere i clienti nella gestione domiciliare per garantire comfort al paziente fornendo inoltre la consulenza in merito all’uso e/o alla prosecuzione del trattamento. I gatti ospedalizzati possono diventare depressi, per cui il ricovero in struttura dovrebbe essere prescritto solo se strettamente necessario e durare il meno possibile. Aiutare i proprietari a prepararsi alla perdita e al dolore è un servizio prezioso che i veterinari possono offrire.