Cardiomiopatia dilatativa associata alla dieta nel cane cosa bisogna sapere

Freeman L.M. et al. 2018

La cardiomiopatia dilatativa (DCM) è una delle patologie cardiache più comuni caratterizzata da perdita progressiva della contrattilità miocardica e conseguente dilatazione mono o biventricolare.
La correlazione tra tale patologia e la dieta nella specie felina è nota da tempo e grazie agli studi di Pion et al (1987) si decise di incrementare l’apporto di taurina nel pet-food destinato a tale specie, facendo così registrare un calo sensibile della patologia, al punto tale da confinarla a quei soggetti che ricevono una dieta casalinga o alimenti con inadeguati apporti di taurina.
Nella specie canina, i primi studi finalizzati alla dimostrazione di una correlazione tra la carenza di taurina e la DCM, risalgono al 1995 e permisero di dimostrare che razze come i Golden Retrievers e i Cocker Spaniel fossero predisposti ad una carenza di tale amminoacido e che un supplemento dello stesso e di L-carnitina può portare a guarigione parziale o totale della patologia. Furono poi individuate altre razze potenzialmente predisposte a tale carenza, quali il Setter inglese, il San Bernardo e il Segugio irlandese. Inizialmente la carenza di taurina veniva associata a diete con bassi tenori proteici, alti tenori in fibra o ad alcuni ingredienti (agnello, riso, polpa di barbabietola), ma con un meccanismo non del tutto chiaro hanno dimostrato di fatto che le predisposizioni genetiche e le peculiarità metaboliche delle diverse razze, giocavano un ruolo più importante.
Ad oggi si sa che oltre alle forme di DCM non correlata alla dieta (vedi Doberman Pinchers e Boxer), è possibile suddividere la popolazione canina in altri 2 gruppi: quelli predisposti alla carenza di taurina e quelli in cui intervengono altri fattori alimentari non ancora del tutto noti. Molti soggetti appartenenti a questi 2 gruppi (di cui però non si conosce la percentuale) vengono alimentati con quelle che si definiscono BEG diets (Boutique, exotic-ingredient and grain free) i cui principali ingredienti sono la carne di canguro, bufalo, anatra, salmone, agnello, cervo, orzo, tapioca, ceci, lenticchie e piselli. Sono stati individuati 23 tipi di BEG diets, incluse alcune diete casalinghe e alcune contenenti cereali. È importante sottolineare che molte di queste diete vengono tutt’ora somministrate a cani affetti da DCM non correlata alla dieta e a soggetti non affetti da cardiomiopatia dilatativa. Molti soggetti mostravano bassi livelli di taurina (su plasma o sangue intero) rientrati con un supplemento della stessa o con un cambio alimentare. Tuttavia, anche in quei soggetti che non presentavano la carenza, l’integrazione della stessa ne faceva aumentare i livelli ematici.

DCM associata a carenza di taurina

Come detto precedentemente, il Golden Retrievers è la razza predisposta a DCM correlata a carenza di taurina, testimoniando la predisposizione della razza allo sviluppo della patologia. È stato condotto uno studio su 24 Golden Retrievers con DCM diagnosticata ecocardiograficamente e con livelli ematici di taurina bassi (plasma o sangue intero) riceventi diete del tipo BEG diets. I controlli a 12 e 24 mesi dal cambio alimentare e dal supplemento di taurina hanno dimostrato che in tutti i soggetti meno che uno si manifestava un miglioramento ecocardiografico. In 9 soggetti con CHF ai primi stadi è stato anche possibile ridurre la somministrazione di diuretici.
La motivazione alla base della carenza di taurina in questi soggetti non è ancora del tutto chiara. Probabilmente è correlata a più fattori tra cui: bassi tenori proteici (e quindi di precursori della taurina quali metionina e cisteina); ridotta biodisponibilità di taurina, metionina e cisteina; alti tenori in fibra che interferiscono con il circolo enteroepatico degli acidi biliari; aumentate perdite urinarie; alterato metabolismo intestinale della taurina come risultato dell’interazione tra alcuni fattori alimentari ed il microbiota.

DCM correlata alla dieta senza carenza di taurina

I primi risultati ottenuti da uno degli autori (DBA) hanno dimostrato che soggetti affetti da DCM alimentati con diete grain-free mostravano una maggiore progressione della patologia rispetto a quelli che ricevevano diete a base di cereali, e che un sottogruppo dei primi, dopo il cambio dieta, migliorava clinicamente ed ecograficamente. In particolare, alcuni cani miglioravano la loro condizione clinica passando da una dieta grain-free ad un’altra, e questo, insieme alle differenze tra le varie BEG diets, suggerì che la DCM non è necessariamente correlata all’assenza di cereali nella dieta. A molti di questi soggetti fu somministrato un supplemento di taurina nonostante non manifestassero una carenza, per cui, ancora una volta, non si è riusciti a dimostrare il ruolo che essa svolge nel miglioramento delle condizioni cliniche di questi soggetti.
Fino ad oggi non è stata identificata alcuna causa di DCM correlata alla dieta senza deficit di taurina. Alcune delle possibili cause sono: la carenza di alcuni nutrienti, l’alterata biodisponibilità per le interazioni fra i nutrienti stessi oppure l’inclusione accidentale di sostanze cardiotossiche. Probabilmente le BEG diets possono essere carenti, oltre che di taurina, anche di colina, l-carnitina, rame, magnesio, tiamina, vitamina E e selenio. Pertanto, il petfood deve contenere quantità appropriate di ciascun nutriente, soprattutto se si tratta di ingredienti “esotici”, le cui proprietà nutrizionali non sono ancora del tutto note.
Inoltre, tra le sostanze cardiotossiche si devono annoverare quelle frutto della reazione melamina-acido cianurico, ampliamente riscontrate nel petfood americano nel 2007. Ma anche i metalli pesanti o quei composti naturali che se inclusi in grandi quantità possono risultare tossici.
Di certo, ciò che risulta più complicato, è la valutazione delle interazioni tra il microbiota intestinale ed alcuni nutrienti.
In conclusione, nei soggetti affetti da cardiomiopatia dilatativa, alimentati con BEG diets, diete casalinghe, vegane o vegetariane, è opportuno sempre misurare i livelli di taurina sia plasmatici che su sangue intero. Quest’ultimo è da preferire in quanto considerato un indicatore a lungo termine. Tuttavia i range di riferimento della concentrazione di taurina, sono razza dipendenti. Nei Golden Retrievers è opportuno che tale valore su sangue intero sia compreso o maggiore di 200-250 nmol/L. Nei soggetti in cui è stata individuata una correlazione tra la cardiomiopatia e la dieta è opportuno effettuare un cambio alimentare, preferendo diete a basso apporto di sodio e con un supplemento di taurina. Nei soggetti con concentrazioni di taurina entro i limiti di riferimento non è chiaro se si rende necessario un supplemento di taurina, in molti casi è sufficiente un cambio dieta. Tuttavia, un supplemento di taurina potrebbe avere altri effetti desiderati come quello inotropo positivo. In caso di carenza di taurina, il dosaggio consigliato è di 250 mg PO bid per i cani di peso inferiore a 10 kg; 550 mg PO bid, per quelli di peso compreso tra 10 e 25 kg; 1000mg PO bid se di peso superiore a 25 kg. È consigliato un follow-up ecocardiografico nei successivi 3-6 mesi.

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